Fiori. CASTELLI, Gino.
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CODICE PRODOTTO: 118387
- Autore:
CASTELLI, Gino. - Titolo:
Fiori. - Casa Editrice:
- Anno:
1969. - Stato di Conservazione:
Buono, ordinari segni d'uso e del tempo. - Descrizione fisica:
Tecnica mista a tempera di 50x40 cm, in cornice, firmato in basso a destra, titolo e data sul retro. - Note:
Gino Castelli nasce a Riva del Garda il 15 agosto 1929 da Mario Castelli, musicista originario di Trento, e da Maria Dadiè di Cortina d'Ampezzo. È il primo di cinque figli. Poco dopo la famiglia si trasferisce a Trento e Gino trascorre la sua infanzia nel quartiere periferico dei Casoni (Vaticano), in compagnia, dei fratelli Maestri. Concluse le scuole dell'obbligo, frequenta l'Istituto Tecnico Industriale. In seguito all'improvvisa scomparsa del padre, perito sotto il bombardamento alleato del maggio 1944, Gino è costretto a lasciare gli studi per provvedere ai bisogni della famiglia. La passione per Goldoni e l'amicizia con Cesco Baseggio, favorita dalla frequentazione dei Maestri, lo fa innamorare di Venezia. Inizia, negli anni Cinquanta, un lungo apprendistato nel campo della grafica pubblicitaria e del disegno tecnico edile. Il 5 luglio 1955 sposa Elisa Micheli di Lona-Lases, che diverrà la modella ricorrente nei suoi dipinti. Negli anni Sessanta apre un piccolo studio di grafica e cartografia presso Vicolo Galasso a Trento, in collaborazione con l'amico fotografo Luciano Eccher. Dalla metà degli anni Sessanta trascorre lunghe estati a Palù dei Mocheni, dove inizia a dipingere le prime tavole ad olio su motivi paesaggistici colti dal vero. Nel 1967 inizia a esporre le proprie opere (paesaggi, nature morte, figure in interni) a Levico, Cles, Trento, Novara, e vince ad Arco il Premio di pittura Segantini. Nel 1970 incontra a Milano il pittore Umberto Lilloni, che lo accosta a Rousseau il Doganiere e a certa pittura giapponese (nei disegni): "Io in lei vedo poesia e lirismo. Io le dico di continuare così e avrà le soddisfazione che si merita". Negli anni Settanta espone nel periodo estivo a Cavalese, richiamandosi in parte nella propria ricerca al sintetismo di Gino Rossi e Tullio Garbari. Dal 1972 gestisce in Via S. Vigilio a Trento la galleria "La tavolozza", che chiuderà nel 1989. In questo periodo verrà apprezzato e stimolato dal pittore Guido Polo e instaurerà un rapporto di stima e affetto con il critico Silvio Branzi, che in occasione della medaglia d'oro ottenuta al Concorso Nazionale di Savona, "Il Gabbano d'oro", scriverà: "Come vede, appena scorsi i suoi disegni, m'avvidi subito che lei era dentro la validità dell'espressione artistica. Faccio voti che anche in avvenire lei abbia sempre quelle segnalazioni che sempre si merita". Dalla fine degli anni Ottanta, inizia a frequentare con regolarità Venezia e le isole lagunari, disegnando in vari taccuini, una Venezia minore, fatta di particolari, dettagli, fantasmi architettonici. Da tali suggestioni nasce una nuova sensibilità cromatica che porterà ad una produzione pittorica contraddistinta da una luminosità più chiara e diffusa nei soggetti lagunari. Negli anni Novanta (fino al 2006) espone con continuità presso la galleria "Polvere" di Trento. Nel 2000 è presente nel catalogo della "collezione permanente degli artisti contemporanei" della Banca di Trento e Bolzano. Dal 2002 intrattiene un proficuo rapporto epistolare con il critico e storico d'arte Maurizia Tazartes. Nel 2003 partecipa ad "Arte Trentina del '900. 1975-2000" presso Palazzo Trentini, nel 2005 alla collettiva curata da Maurizio Scudiero "La collezione di opere d'arte della Regione Autonoma Trentino Alto Adige2 presso il Palazzo della Regione a Trento. Sempre nel 2005 è presente nel catalogo Mondadori (a cura di F. Lancetti) "L'arte nel Trentino dall'Ottocento alla contemporaneità". Nel 2013 espone alla mostra "I segni del Sacro" presso lo studio Rensi di Trento. Nella primavera 2014 espone alla mostra "Finestre dell'anima" presso palazzo Trentini di Trento. Nel febbraio 2015 espone alla mostra "Fotografia e paesaggi" presso lo studio Rensi di Trento.