Fiducia mattutina: lettere di Dino Garrone ad un amico. GARRONE, Dino.
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CODICE PRODOTTO: 27331
- Autore:
GARRONE, Dino. - Titolo:
Fiducia mattutina: lettere di Dino Garrone ad un amico. - A cura di V. Chiocchetti e U. Tomazzoni.
- Casa Editrice:
Manfrini, Rovereto. - Anno:
1938. - Stato di Conservazione:
Buono, ordinari segni d'uso e del tempo, fioriture alla bross. - Descrizione fisica:
IV, 54 p., 20 cm, bross. - Note:
«Muore giovane colui che è caro al cielo», scrisse secoli fa il commediografo greco Menandro (342 a.C. " 291 a.C.). Non si può scegliere frase migliore per ricordare Dino Garrone, scomparso prematuramente ca 80 anni fa (1904-1931): poeta, storico della letteratura e scrittore, figura artistica tra le più interessanti della prima metà del Novecento. Giovanissimo aveva dato piena e romantica adesione al fascismo, impegnando la sua breve vita e il suo talento per combatterne da dentro quella che riteneva la deriva borghese e liberaldemocratica del regime. Coetaneo e amico del fiorentino Berto Ricci, appartenne a quella generazione di intellettuali appassionati e di fascisti intransigenti e eretici che si batterono per l'affermazione di un fascismo "autentico" e "di sinistra", fieramente anticapitalista e "popolare", sempre pronti a combattere «i conformismi, gli accademisti, la corruzione, la prostituzione dei letterati al potere». La morte improvvisa e drammaticamente precoce di Dino lasciò un vuoto incolmabile e ne fece un vero mito per un'intera generazione di fascisti scomodi. «Bolscevici in camicia nera», vennero definiti dai loro stessi "camerati". Ricci, nei pochi anni che rimanevano a quella «grande epopea mancata del fascismo», (come la chiamò Indrò Montanelli), manifestò in più occasioni a Garrone la piena fedeltà culturale e morale, fino a farne, come scrisse nel primo anniversario della scomparsa su L'Universale: «l'esempio nostro, il terreno archetipo della gioventù». Una gioventù che si disperse tragicamente, e in buona parte cadde sotto il fuoco nemico, nel sangue. Con dedica autografa di Umberto Tomazzoni ad un personaggio della cultura roveretana. Raro e importante.