Expositiones et glose; Declaratio super Comediam Dantis. GUIDO DA PISA.
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CODICE PRODOTTO: 110294
- Autore:
GUIDO DA PISA. - Titolo:
Expositiones et glose; Declaratio super Comediam Dantis. - Trascrizione del manoscritto 597 conservato presso il Musée Condé di Chantilly. A cura di Michele Rinaldi. Appendice a cura di Paola Locatin. Edizione nazionale dei commenti danteschi; 5.
- Casa Editrice:
Salerno, Roma. - Anno:
2013. - Stato di Conservazione:
Molto buono. - Descrizione fisica:
2 v. (1348 p., [2] carte di tav. compl.), 24 cm, tela editoriale, sovr. - Note:
IL PREZZO SI RIFERISCE AI DUE VOLUMI INSIEME (opera completa). Considerate da Edward Moore proprio ‘il tipo di commento che Dante stesso avrebbe scritto sulla Commedia’, le Expositiones del Carmelitano Guido da Pisa sull’Inferno costituiscono uno dei prodotti più singolari e affascinanti dell’esegesi trecentesca. Composte a partire da una data sufficientemente alta da influenzare già le Chiose Palatine e l’Ottimo Commento, e rielaborate fino al 1335-40, esse si caratterizzano, in primo luogo, per la spiccata personalità del loro autore, religioso e poeta egli stesso, e per l’originalità di alcune sue proposte ermeneutiche. Altro aspetto distintivo dell’esegesi guidiana è poi l’imponente sforzo di identificazione della fitta trama di fonti classiche che Dante mette a frutto nel suo poema. È così che, per la prima volta, estese citazioni da Virgilio, Ovidio, Lucano, Stazio – e si aggiungano pure, in misura minore, Boezio e Seneca – entrano stabilmente a far parte del corredo esegetico della Commedia. L’edizione, basata principalmente sull’autorevole ms. di Chantilly, Musée Condé, 597 fornisce un testo del poema per la prima volta riveduto con un testo critico, corredato da un’introduzione e da un ampio apparato di fonti classiche e medievali. Oltre alle Expositiones, l’edizione offre anche, nell’ordine, il testo critico della Declaratio super Comediam Dantis (un poemetto in volgare in terza rima dello stesso Guido, che è accompagnato da un auto-commento in latino) e la trascrizione di una prima redazione delle chiose del Carmelitano che è tramandata dal ms. Laurenziano Pl. 40 2 (Testo tratto dal sito dell'editore).