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Dei delitti e delle pene. BECCARIA, Cesare.

  • Dei delitti e delle pene.
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BECCARIA, Cesare.
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  • CODICE PRODOTTO: 107013

  • Autore:
    BECCARIA, Cesare.
  • Titolo:
    Dei delitti e delle pene.
  • Edizione sesta di nuovo corretta ed accresciuta.
  • Casa Editrice:
    Harlem [i.e. Parigi?].
  • Anno:
    1766.
  • Stato di Conservazione:
    Buono, ordinari segni d'uso e del tempo, piccoli difetti alla legatura soprattutto al dorso.
  • Descrizione fisica:
    [2], 314, [6] p., 8º(18 cm), cartoncino coevo.
  • Note:
    Antiporta allegorica incisa in calcografia con la Giustizia raffigurata nell'atto di ritrarsi, in segno di ripulsa, dinanzi ad un personaggio sorreggente nella mano sinistra una sciabola e, nella destra, tre teste decapitate, palese velatura simbolica del disgusto che la pena capitale dovrebbe suscitare in uno spirito amante del diritto. Ai piedi delle figure allegoriche, ceppi, vanghe, catene e altrettali simboli delle pene detentive. Al titolo, piccola vignetta con una bilancia, simbolo antonomastico del superiore equilibrio della Giustizia, trafitta da una spada. Alcuni capilettera ornati. Alle pp. 207-218, di seguito al testo di 'Dei Delitti e delle Pene', il 'Giudizio di celebre Professore sopra il libro Dei Delitti e delle Pene' (lo scritto si trovava già nell'edizione di Losanna del 1765, la terza assoluta, ma neppure il Melzi, che ne accenna in nota nel medesimo luogo del suo repertorio, è a conoscenza dell'identità dell'estensore); alle pp. 219 e sgg., 'Risposta ad uno scritto, che s'intitola Note, ed Osservazioni sul libro Dei Delitti e delle Pene'. Quest'ultima 'Risposta', come precisa il Melzi (II, 454) 'sebbene sembri scrittura del marchese Beccaria... fu stesa dal conte Pietro Verri, e dal cav. Alessandro, suo fratello, siccome veniamo assicurati dall'egregio conte Gabriele, figlio di Pietro. Il Beccaria stesso però, insieme con altri che componevano la Società detta del Caffè, somministrò agli estensori principali varie idee relative all'argomento'. 'L'opinione corrente è che si tratti di d'una stampa eseguita in Livorno nella tipografia Coltellini, ma la filigrana rimanda a una cartiera d'Alvernia, sicché si deve concludere che sia questa l'edizione impressa a Parigi, per conto di Giovan Claudio Molini, nell'autunno del 1766', scrive Luigi Firpo in Beccaria, Edizione Nazionale delle Opere, I, p. 565, n. 11. L'opera, 'one of the most influential books in the whole history of criminology' (P.M.M.), venne commentata da Voltaire e da Diderot e conobbe immensa risonanza europea (fu tradotta in 22 lingue nel giro di pochi anni), ponendosi come una pietra miliare nell'evoluzione del diritto penale e della filosofia giuridica. Leopoldo di Toscana, Caterina di Russia, Giuseppe II d'Austria e i legislatori della Rivoluzione Francese e della Rivoluzione Americana introdussero alcune delle più significative riforme del diritto penale proprio sull'esempio del libro del Beccaria. Manca nel volume il nome dell'autore, soppresso in seguito alla condanna all'Indice del libro, pronunciata a Roma il 3 febbraio 1766 (parallelamente ne venne limitata la vendita anche negli stati sotto la dominazione austriaca). Dopo la prima edizione livornese del 1764, l'opera venne stampata numerosissime volte, quasi sempre con falsi luoghi di stampa (Monaco, Losanna, Harlem, ecc.) in edizioni più o meno legittime e corrette testualmente - alcune di esse sono contraffazioni di contraffazioni - a testimoniare l'immensa risonanza che ebbe e le difficoltà che incontrò nella sua diffusione editoriale. L. Firpo, Le edizioni italiane del 'Dei delitti e delle pene' in Beccaria, cit. Firpo, Contributo, 1966, pp. 413-416. Giulio Beccaria, Catalogo delle edizioni e traduzioni del trattato Dei delitti e delle pene, 1807, n. 5. Norme per l'ordinamento delle biblioteche e catalogo della libreria Villa Pernice, 1890, p. 265. Chiappini, L'Arte della stampa in Livorno, p. 67. Landry, Beccaria, p. 25, nn. VI-VI bis. Gesamtkatalog, IV, col. 187. Parenti, Dizionario, p. 103 (con attribuzione al Coltellini di Livorno). British Museum General Catalogue, vol. L, col. 439. Manuppella, Beccaria, n. 139, pp. 42-43. Ventu



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