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21046. Trento. Cattedrale. L'interno. [FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA - ALINARI - TRENTO - CATTEDRALE - INTERNO].

  • 21046. Trento. Cattedrale. L'interno.
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[FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA - ALINARI - TRENTO - CATTEDRALE - INTERNO].
21046. Trento. Cattedrale. L'interno.
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  • CODICE PRODOTTO: 60554

  • Autore:
    [FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA - ALINARI - TRENTO - CATTEDRALE - INTERNO].
  • Titolo:
    21046. Trento. Cattedrale. L'interno.
  • Casa Editrice:
    F.lli Alinari, Firenze.
  • Anno:
    [Primi '900].
  • Stato di Conservazione:
    Buono, ordinari segni d'uso e del tempo.
  • Descrizione fisica:
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento di misure 190x255 mm applicata su cartone.
  • Note:
    La ditta Alinari nel giugno del 1905 realizzò una campagna fotografica a Trento documentando principalmente il Duomo di Trento e il Castello del Buonconsiglio, ma anche palazzi, portali, dipinti della città e Castel Toblino. Le riprese si situano temporalmente poco dopo la fine dei grandi lavori che rinnovarono il volto di Trento: lo stesso Duomo, che venne restaurato nel 1882/3, mostra ancora fresche le tracce di un così radicale intervento. Ogni fotografia porta, oltre all'intestazione della ditta, il numero di registrazione, il luogo e il soggetto. "Il Popolo", quotidiano di Trento diretto da Cesare Battisti (Trento 1875-1916), sul numero del 20 giugno 1905 informò che "...da quasi un mese si trovano fra noi vari addetti al grande stabilimento fotografico Alinari di Firenze per riprodurre le migliori cose d'arte della nostra città...". Oltre a felicitarsi per l'importante iniziativa sull'altro quotidiano locale, l'"Alto Adige", si accenna ad un fatto non secondario in quel tempo di irredentismo: "...l'intraprendenza della casa Alinari che, non curando spese, sta compiendo opera patriottica ed anche veramente artistica...". Chi abbia consigliato Vittorio Alinari (1859-1932) ad organizzare quella campagna fotografica allora oltre confine ed estesa, successivamente, a Trieste e l'Istria, non è dato sapere con esattezza. È ipotizzabile che qualche irredentista ben radicato nell'ambiente fiorentino, forse lo stesso Battisti, abbia caldeggiato questa spedizione."<br>



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